Progetto

PO FEAMP ITALIA 2014-2020

MISURA 1.40 “Protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi marini e dei regimi di compensazione nell’ambito di attività di pesca”

PROGETTO: ATTIVITA’ DI SENSIBILIZZAZIONE PER PROTEGGERE E RIPRISTINARE LA BIODIVERSITA’ MARINA DA PARTE DELLA PESCA PROFESSIONALE

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali con Decreto Ministeriale 23 novembre 2018, ha concesso all’Associazione Generale Cooperative ltaliane Settore Agro lttico Alimentare (A.G.C.I AGRITAL), un contributo pubblico a valere sul PO FEAMP ITALIA 2014-2020 – Misura 1.40 “Protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi marini e dei regimi di compensazione nell’ambito di attività di pesca sostenibili” art. 40 del Reg. UE n. 508/2014 – per la realizzazione del progetto intitolato “ATTIVITA’ DI SENSIBILIZZAZIONE PER PROTEGGERE E RIPRISTINARE LA BIODIVERSITA’ MARINA DA PARTE DELLA PESCA PROFESSIONALE”.

 

Tale progetto si integra con l’obiettivo generale della misura (art. 40 Reg. UE n° 508/2014) di proteggere e ripristinare la biodiversità e gli ecosistemi marini nell’ambito di attività di pesca sostenibili con la partecipazione dei pescatori, infatti il progetto ha quale obiettivo strategico quello di realizzare azioni multiple di protezione e ripristino della biodiversità in un’area di mare che presenta livelli differenti di gestione.

Al fine di raggiungere tali obiettivi si realizzeranno azioni ricadenti nei seguenti sei interventi:

  • Art. 40 lett. a): raccolta, da parte dei pescatori, di rifiuti dal mare come attrezzi da pesca perduti e rifiuti marini;
  • Art. 40 lett. c):  contribuire ad una migliore gestione o conservazione delle risorse biologiche marine;
  • Art. 40 lett. d):  preparazione, compresi studi, elaborazione, monitoraggio e aggiornamento di piani di protezione e di gestione per attività connesse alla pesca in relazione a siti Natura 2000 e a zone soggette a misure di protezione speciale di cui alla direttiva 2008/56/CE, nonché altri habitat particolari;
  • Art. 40 lett. e-f): la gestione, il ripristino e il monitoraggio dei siti Natura 2000 e delle zone marine protette a norma delle direttive 92/43/CEE e 2009/147/CE, conformemente ai quadri di azione prioritarie istituite a norma della direttiva 92/43/CEE, ad esclusione degli interventi relativi alle Aree Marine Protette;
  • Art. 40 lett. g): la consapevolezza ambientale che coinvolga i pescatori nella protezione e nel ripristino della biodiversità marina;
  • Art. 40 lett. i): la partecipazione ad altre azioni volte a mantenere e favorire la biodiversità e i servizi ecosistemici, come il ripristino di habitat marini e costieri specifici a sostegno di stock ittici sostenibili, comprese la loro preparazione scientifica e valutazione.

Tali attività consentono di:

  • Incentivare l’adozione di pratiche che riducano l’impatto negativo sulle risorse e sugli ecosistemi (selettività degli attrezzi, come gli ami circolari, riducendo le catture indesiderate);
  • Tutelare la biodiversità marina;
  • Investire sulla formazione professionale e sull’apprendimento permanente degli operatori;
  • Migliorare la collaborazione tra esperti scientifici ed operatori della pesca;
  • Investire sulla formazione professionale del personale addetto al controllo delle attività di pesca.
DOVE 

Le aree geografiche dove si realizzeranno gli interventi relativi al progetto, si collocano nelle regioni: Campania, Puglia e Calabria.

 

CAMPANIA

L’area geografica in cui si intende realizzare gli interventi si colloca nel tratto costiero meridionale della provincia di Salerno nella zona del Golfo di Policastro. Tale area di particolare interesse naturalistico comprende tra due tratti di costa e di mare sottoposti a vincoli di tutela.

Il Golfo di Policastro, nella sua parte campana, ospita nel tratto di mare prima di Scario, il SIC/ZPS “Parco Marino di Punta degli Infreschi (lT8050037)” che si estende per 4.914 ettari protendendosi al largo fino alla batimetrica dei 50 metri (fig.1). All’interno di tale ZPS è parzialmente compresa l’Area Marina Protetta denominata “Costa degli Infreschi e della Masseta”, istituita con D.R. del 21 ottobre 2009 (2332 ettari). L’intera area ospita specie di interesse naturalistico, quali la lampreda marina, riportata in allegato Il della Direttiva CEE 92/43, alcune specie di cernie quali la cernia bianca, la cernia dorata, la cernia nera ed il tursiope. Localizzato sulle rotte migratorie di numerosi uccelli (gabbiano corso, beccapesci, sterna) il sito tra comprende habitat di praterie di Posidonia oceanica, scogliere e grotte marine sommerse o semisommerse.

Per la sua posizione geografica, per la biodiversità rappresentata e per il suo discreto stato di conservazione è stato incluso nella Rete Natura 2000.

A sud di Sapri invece, al confine con la Regione Campania ed a ridosso della zona interessata dagli interventi proposti, è stato individuato il SIC “Acquafredda di Maratea (lT9210015)” che si estende lungo la costa tirrenica della Basilicata, nel Comune di Maratea (PZ) (fig. 2). 11 sito rappresenta un tratto di costa, con soddisfacente stato di conservazione ed elevata biodiversità pur se rapportato ad una superficie relativamente modesta (552 ettari). Di rilevante interesse faunistico anche per la localizzazione su importanti “rotte migratorie” è infatti, un importante sito di riproduzione ed area di transito e di sosta per numerose specie di uccelli. Ospita ben 12 habitat di interesse comunitario tra le praterie di Posidonia oceanica, scogliere e grotte marine sommerse o semisommerse.

Il Sic è inoltre incluso nel Piano di Gestione – Siti Natura 2000 Costa di Maratea (/T9210015 “Acquafredda di Maratea” /T92101 60 “Isola di S. /anni e Costa Prospiciente” /T9210155 “Marina di Castrocucco” D.G. R. 1925 del 31/12/2007, in coerenza e in applicazione della Direttiva 92/43/CEE, del D.P.R. 357/97, del D.P.R. 120/03, del D. M. M.A.T.T.M. del 03/09/2002 e del D. M. M.A.T.T.M. del 17/10/07).

CALABRIA

 

L’area geografica in cui si intende realizzare gli interventi include il SIC “Fondali di Gabella Grande” (lT9320096) ed il SIC “Fondali da Crotone a Le Castella” (lT9320097).

I siti in esame sono caratterizzati dall’habitat di importanza prioritaria Praterie di Posidonia che li ricopre rispettivamente per il 43% (“Fondali di Gabella Grande”) e per il 27% (“Fondali da Crotone a Le Castella”).

Il SIC “Fondali di Gabella Grande” si estende per 484 ettari lungo il tratto costiero del promontorio di Capo Colonne a sud di Crotone, sul versante jonico calabrese. Identifica un sito ad alta biodiversità caratterizzato da fondali marini sabbiosi e rappresenta una importante zona di nursery per pesci anche di interesse commerciale.

Il SIC “Fondali da Crotone a Le Castella” si estende per un area di 5209 ettari caratterizzati da fondali marini sabbiosi e rocciosi. Quest’area rappresenta una delle poche zone rocciose della costa ionica calabrese, interessa l’area marina costiera antistante i Comuni di Crotone ed Isola Capo Rizzuto e ricade per 1’80% nell’AMP “Capo Rizzuto”.

La AMP di Capo Rizzuto si estende, esattamente, da Capo Donato (poco a sud di Crotone) a Barco Vercillo, per tutto il tratto di mare compreso, in linea di massima, fino all’isobata dei 100 metri, con una superficie complessiva stimata di 13.500 ha.

PUGLIA

 

L’area geografica in cui si intende realizzare gli interventi si colloca nella penisola salentina della regione Puglia. In particolare una è localizzata nel tratto costiero orientale della provincia di Lecce che si affaccia sul Canale d’otranto e l’altra sul versante ionico del Golfo di Taranto.

Entrambi le aree presentano particolare pregio naturalistico ed include due tratti di costa e di mare interessati da vincoli di tutela: il SIC “Costa Otranto -Santa Maria di Leuca” (lT9150002) ed il SIC “Litorale di Gallipoli e Isola di S. Andrea” (lT9150015).

Il SIC “Costa Otranto – Santa Maria di Leuca”, codice lT9150002 (Fig. 5), confina a nord con il SIC “Alimini” IT9150011 e si estende, a partire da Otranto, verso sud fino a Capo Santa Maria di Leuca. La parte terrestre è interessata dalla presenza del Parco Naturale Regionale “Costa Otranto S.M. di Leuca – Bosco di Tricase, mentre la parte a mare è stata oggetto dell’ultimo ampliamento operato dalla Regione Puglia. Il tratto di costa è riconosciuto sia a livello nazionale che internazionale come un hot spot di biodiversità, dove sono state individuate aree meritevoli di precise iniziative conservazionistiche e compare sul sito del Ministero dell’Ambiente nella sezione Aree Marine di Prossima Istituzione. Nel territorio ricadono 12 comuni per una superficie totale di 6. 093 ha e la costa è caratterizzata, lungo quasi tutto il suo percorso, da alte falesie verticali colonizzate, fin dai primi metri di profondità, da popolamenti di substrato duro ad elevata diversità. Nell’area si contano almeno 32 grotte sommerse e 43 emerse e semisommerse. Si tratta di uno dei litorali a più alta naturalità dell’intera costa italiana.

La costa Otranto – Leuca ospita un vero e proprio mosaico di habitat su una falesia rocciosa. Fino alla batimetrica dei 30 metri, gli habitat dominanti sono rappresentati da biocostruttori (coralligeno) e da substrati sabbiosi (28 e 20% del totale, rispettivamente, più un 34% di mosaico dei due). Posidonia oceanica è meno abbondante e copre solo un 3% dellJarea totale. I barren e i popolamenti macroalgali sono fortemente interspersi e rappresentano il 14%  del totale. La zona dellJinfralitorale superiore è tra l’altro caratterizzata dalla presenza abbondante dell’alga bruna Cystoseira che invece sta scomparendo in molte aree del Mediterraneo e del mollusco gasteropode Dendropoma. Si tratta di specie che figurano tra quelle protette dalla legge italiana e comunitaria (Protocollo ASPIM, Annesso Il). Infine, sono state identificate 32 grotte marine. Tre di queste grotte sono state studiate in modo da quantificare le modalità di distribuzione della biodiversità e i risultati mostrano come l’unicità di tali ambienti in termini di taxa che compongono i popolamenti. L’unicità di questo habitat è importante nel definire priorità di conservazione soprattutto considerato che si tratta di uno dei pochi habitat marini inclusi nella Direttiva (CODICE HABITAT 8330).

Nel caso del SIC “Costa Otranto – Santa Maria di Leuca”, la Regione Puglia sulla base dei dati scientifici rivenienti dai recenti progetti a cura regionale, quali BIOMAP (biocostruzioni marine in Puglia) e il Catasto Regionale delle Grotte, giusta Delibera Regionale n. 134/2017, ha ratificato l’ampliamento del Sito di Importanza Comunitaria per la conservazione degli habitat 1170 “Scogliere” e 8330 “Grotte marine sommerse o semisommerse” ed ha approvato la perimetrazione relativa all’ampliamento dello stesso.

Il SIC “Litorale di Gallipoli e Isola di S. Andrea”, codice lT9150015 (Fig. 6) è unJarea marina prospicente il Parco naturale regionale Isola di S. Andrea e litorale di Punta Pizzo. Il sito è caratterizzato dalla presenza di pavimenti di alghe incrostanti e da una folta presenza di prateria di Posidonia oceanica. L’isola di S. Andrea costituisce un sito di notevole importanza archeologica con insediamenti dell’eta’ del bronzo. L’area rappresenta l’unico sito di nidificazione, del versante ionico ed adriatico d’Italia, della specie prioritaria Gabbiano corso (Larus audovinii). L’area si estende su una superficie complessiva di 7.006 ettari, di cui il 95 % è costituita da area marina.

OPERATIVITA’

Per l’acquisizione e l’accrescimento del sapere in campo ambientale, è ormai consolidata la tendenza alla collaborazione tra professionalità differenti. In questo scenario si colloca la realizzazione di un piano integrato di interventi dedicati alla formazione e divulgazione; applicati direttamente sul campo che possano coinvolgere sia i pescatori nella protezione ed il ripristino della biodiversità marina, che sensibilizzare altri rappresentanti della società civile.

Considerati i tempi estremamente ristretti per la realizzazione del progetto, nonché la complessità degli interventi previsti e la presenza di contemporanee attività in tre siti diversi (Campania, Calabria, Puglia), è stato costituito un apposito comitato di gestione del progetto (WP0), per le necessarie attività di coordinamento e di controllo dell’intero progetto.

Di seguito sono riportati i 6 work package, nei quali è suddiviso il progetto:

WP1 Interventi di raccolta da parte dei pescatori di rifiuti in mare (art. 40 lett. a).

Queste attività prevedono il coinvolgimento diretto dei pescatori delle marinerie che, nei tre differenti siti (Campania, Calabria e Puglia), hanno aderito al progetto.  Come prima fase saranno effettuati dei seminari e incontri formativi, durante i quali verrà distribuito materiale divulgativo (brochure) per illustrare l’importanza del ripristino dei fondali marini, degradati a causa della massiccia presenza di rifiuti e di attrezzi da pesca fantasma (attrezzi da pesca abbandonati che provocano danni continuando ad intrappolare fauna marina), consentendo così la protezione dell’ecosistema marino e la tutela della biodiversità.

Saranno poi acquistati ed istallati a bordo delle singole imbarcazioni dei contenitori per la raccolta di rifiuti in modo da consentire ai pescatori, durante la loro normale attività di pesca, di raccogliere tutti quei rifiuti che spesso raccolgono con le loro reti. Per tutte le operazioni di differenziazione, smaltimento e smistamento dei rifiuti, saranno presi contatti con i Comuni ed i Porti di sbarco per concordare e garantire il corretto smaltimento dei materiali recuperati. A tal fine saranno posizionati dei contenitori anche a terra per facilitare il conferimento dei rifiuti da parte dei pescatori.

Le attività di campo prevedono inoltre l’imbarco di osservatori di bordo sui pescherecci per poter monitorare le attività di raccolta e per fornire assistenza tecnica ed informazioni utili per una raccolta consapevole ed efficace.

WP2 Azioni per una migliore gestione e conservazione delle risorse biologiche marine (art. 40

lett. c)

Una pesca realmente sostenibile per la salvaguardia dell’ecosistema marino e per la tutela della biodiversità marina, non può prescindere dall’adozione di sistemi di pesca che consentano una drastica riduzione delle catture accidentali. Uno dei metodi che ha mostrato risultati positivi, messi in luce dagli esperimenti eseguiti in questi ultimi anni, è l’utilizzo degli ami circolari nella pesca con i palangari. Tali ami, grazie alla loro forma e dimensioni, sono difficilmente ingeriti da quelle specie marine che troppo spesso sono oggetto di catture accidentali e che rischiano l’estinzione, come la tartaruga Caretta caretta. Pertanto in ciascuna marineria coinvolta nel progetto è stata individuata un’imbarcazione che adotta il sistema di pesca con il palangaro, a cui sarà fornito un palangaro con 300 ami circolari. Le attività di pesca saranno seguite anche da un osservatore a bordo per monitorare il corretto utilizzo del nuovo sistema di pesca più sostenibile e registrare dati sulle catture commerciali ed accessorie (by-catch).

Prima della distribuzione dei palangari con gli ami circolari saranno effettuati degli incontri formativi per fornire le opportune conoscenze circa le principali criticità legate allo sfruttamento delle risorse marine ed i potenziali rischi legati alla perdita della biodiversità. Durante gli incontri sarà distribuito del materiale informativo (brochure) e somministrati dei questionari per valutare il grado di conoscenza ed esperienza dei pescatori, rispetto alle tematiche della biodiversità.

 

WP3 Interventi di preparazione dei piani di protezione e di gestione dei siti Natura 2000 per

attività connesse alla pesca (art. 40 lett. d)

Per questo intervento sarà redatto e somministrato un questionario a tutti i pescatori coinvolti per valutare la loro conoscenza circa la presenza di siti Natura 2000 nei quali sono presenti specie e habitat protetti a livello comunitario. Durante gli incontri formativi verrà distribuito del materiale divulgativo per sensibilizzare e formare su tematiche di gestione e protezione di habitat e specie protette. Inoltre in tali incontri, i pescatori saranno essi stessi divulgatori delle proprie esperienze.

A conclusione di questo work package verrà organizzato un evento comunicativo (workshop), durante il quale sarà aperta una fase di dialogo con il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse intervenuti con lo scopo di individuare le principali problematiche specifiche, la definizione delle priorità degli stakeholder e le azioni auspicabili da intraprendere in riferimento alla tutela e alla gestione delle aree protette.

 

WP4 Interventi di gestione, ripristino e monitoraggio dei siti Natura 2000 (art. 40 lett. e-f)

Per valutare il grado di conoscenza ed esperienza dei pescatori rispetto alle tematiche dei rischi ambientali ed ecologici dovute alle catture accidentali di specie protette, sarà redatto e somministrato un questionario e successivamente saranno organizzati dei seminari e incontri formativi per informare in materia di conservazione e ripristino degli ecosistemi marini e illustrare attività alternative come l’ecoturismo nelle zone marine protette.

 

WP5 Consapevolezza ambientale che coinvolga i pescatori nella protezione e nel ripristino

della biodiversità marina (art. 40 lett. g)

Per una migliore consapevolezza ambientale saranno organizzati seminari ed incontri formativi atti a fornire indicazioni sulla salvaguardia degli ecosistemi marini, la valorizzazione delle risorse biologiche attraverso una pesca sostenibile e la tutela della biodiversità marina che rappresenta un tema prioritario delle strategie nazionali e comunitarie.

Saranno anche organizzati dei percorsi naturalistici in tutte e tre le regioni coinvolte nel progetto, utilizzando barche da turismo presenti nelle differenti zone. Su di esse saranno presenti stakeholder qualificati, amministratori locali e fruitori del mare che potranno ammirare il lavoro dei pescherecci, durante una normale giornata di pesca. I pescatori professionisti potranno mostrare a tutti di essere testimoni della biodiversità e di essere in primo piano come sentinelle del mare.

 

WP6 Partecipazione ad altre azioni volte a mantenere e favorire la biodiversità e i servizi

ecosistemici (art. 40 lett. i)

Le modificazioni ambientali mettono continuamente a rischio la sopravvivenza degli organismi e minacciano la biodiversità degli ecosistemi e uno dei fattori in continua crescita che sta incidendo sulla perdita della biodiversità è l’introduzione volontaria o involontaria di specie estranee (alloctone) all’habitat in cui si insediano. Pertanto saranno organizzati dei seminari ed incontri formativi per sensibilizzare i pescatori professionisti e la cittadinanza su tematiche inerenti le specie alloctone invasive e sulla necessità di segnalare immediatamente l’avvistamento di tali specie. Durante tali incontri saranno somministrati a tutti i partecipanti dei questionari, appositamente redatti, per verificare la conoscenza circa l’esistenza di specie alloctone.